La
salvaguardia dell'ambiente come proposta educativa
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L'educazione
ambientale è il proposito organizzato di insegnare la struttura e
l'organizzazione dell'ambiente naturale e, in particolare, educare gli esseri
umani a gestire i propri comportamenti in rapporto agli ecosistemi allo scopo
di vivere in modo sostenibile, senza cioè alterare del tutto gli equilibri
naturali, mirando al «soddisfacimento delle esigenze presenti senza
compromettere la possibilità delle future generazioni di sopperire alle
proprie»
L'espressione "educazione ambientale" in
particolare è spesso usata per intendere l'auspicato insegnamento di questo
tema all'interno del sistema scolastico, dalla scuola primaria[2] alla
post-secondaria italiana; è anche adoperata in maniera più estensiva per
indicare tutti gli sforzi per ammaestrare il pubblico servendosi di materiale
stampato, siti web, campagne nei mass media ecc.
L'espressione environmental education fu usata per la prima
volta nel 1969 da William P. Stapp (1930-2001) della School of Natural
Resources and Environment (SNRE) della Università del Michigan.
« Più riusciamo a focalizzare la nostra attenzione
sulle meraviglie e le realtà dell'universo attorno a noi, meno dovremmo trovare
gusto nel distruggerlo. »
I temi dell'ambiente si sono sin dall'inizio intrecciati con
quello dello sviluppo economico e con la necessità di educare l'umanità a
tenori di vita rispettosi degli equilibri naturali.
Con il movimento ambientalista negli anni sessanta,
annunciato dal libro Primavera silenziosa (Silent Spring, 1962) di Rachel
Carson e corroborato dalla ricerca Rapporto sui limiti dello sviluppo (1972)
del think tank chiamato Club di Roma, ci si rese conto che l'utilizzo umano
delle risorse naturali stava raggiungendo il limite e che questa tendenza,
piuttosto che diminuire, stava raggiungendo un livello di allarme.
L'interesse internazionale per lo sviluppo globale,
fortemente connesso allo stato di salute e di povertà dei paesi in via di
sviluppo, risultò evidente nel programma di sviluppo sostenibile stilato
dall'ONU dove si auspicava uno sviluppo nell'ambito del mantenimento delle
risorse ambientali.
Negli anni settanta, mentre i paesi industrializzati
consideravano gli effetti dell'esplosione dell'incremento demografico globale,
inquinamento e consumismo, i paesi in via di sviluppo dovendo far fronte a
continue situazioni di povertà e privazioni, consideravano lo sviluppo come
essenziale per sopperire alle loro necessità di cibo e acqua potabile.
La "Conferenza sull'Ambiente Umano" del 1972,
tenutasi a Stoccolma, fu la prima importante conferenza indetta dall'ONU
riguardo a tale questione e segnò l'inizio della cooperazione internazionale in
politiche e strategie per lo sviluppo ambientale.